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Protesta degli abitanti minacciati di sfratto nella regione di Sotchi

Protestation des habitants menacés d’expulsion dans la région de Sotchi (RU), RUSSIA, december 2009

Protesta degli abitanti minacciati di sfratto nella regione di Sotchi

Il 6 dicembre, oltre 500 persone si sono radunate davanti allo stadio olimpico in costruzione a Adler (regione di Sotchi-Krasnodar), per protestare contro le minacce di sfratto. Protestano contro la confisca dei loro terreni in vista della preparazione dei giochi olimpici di Sotchi del 2014, mentre l’ammontare dei corrispettivi finanziari dei terreni e degli immobili è ritenuto molto al di sotto del loro valore di mercato.

Protestation des habitants menacés d’expulsion dans la région de Sotchi (RU), RUSSIA, december 2009

Protesta degli abitanti minacciati di sfratto nella regione di Sotchi

Il 6 dicembre, oltre 500 persone si sono radunate davanti allo stadio olimpico in costruzione a Adler (regione di Sotchi-Krasnodar) per protestare contro le minacce di sfratto. I partecipanti alla manifestazione erano, in maggioranza, abitanti della pianura d’Imereti, le cui case si trovano nella zona di costruzione olimpica. Protestano contro la confisca dei loro terreni in vista della preparazione dei giochi olimpici di Sotchi del 2014, mentre l’ammontare dei corrispettivi finanziari dei terreni e degli immobili è ritenuto molto al di sotto del loro valore di mercato.

Rappresentanti delle autorità locali hanno onorato il meeting della loro presenza, in particolare Djamboulat Khatouov, vicegovernatore della regione di Krasnodar, Anatoli Pakhomov,sindaco della città di Sotchi, e Alexandre Jigalko, capo dell’amministrazione di Adler e vicepresidente dell’impresa pubblica incaricata dell’allestimento delle Olimpiadi, Olimpstroï.

Nonostante gli sforzi delle autorità che avevano tentato di dissuadere gli abitanti dal partecipare all’azione (tre giorni prima del meeting i funzionari avevano dato prova di un brusco zelo, facendo visita a numerosi abitanti della piana d’Imereti), la riunione ha avuto luogo, il che già dimostra la capacità di resistenza della popolazione. Nondimeno, il tono dei discorsi era molto moderato. Secondo un’abitante di Adler, Ekaterina Primakova, la lista degli oratori e il contenuto dei discorsi erano strettamente controllati dalle autorità. «Prima del meeting» ha spiegato, «il Comune ha organizzato un incontro con i nostri leader e ha chiesto d’essere informato sui temi affrontati quando si prendeva la parola. Rappresentanti dell’amministrazione locale stavano vicino alle tribune e sorvegliavano attentamente gli oratori».

Gli imeretiani sono particolarmente preoccupati per la mancanza di informazioni ufficiali circa le condizioni del rialloggio, la destinazione delle infrastrutture pubbliche e la protezione dell’ambiente (si tratta di un sito naturale unico).

Dapprima i membri del comitato organizzatore avevano avuto l’intenzione di proclamare l’inizio di uno sciopero della fame al momento del raduno, ma hanno, poi, deciso di rinviare la loro azione avendo ottenuto la promessa di un incontro fra gli abitanti e il governatore A. Tkatchov o il primo ministro V. Poutin.

È difficile dar credito a simili promesse, tuttavia gli abitanti hanno deciso d’aspettare prima di continuare le azioni di protesta.

Inoltre, i rappresentanti dell’amministrazione regionale hanno promesso ai dimostranti che, d'ora in poi, si sarebbero tenute riunioni mensili nella pianura d’Imereti, durante le quali gli abitanti sarebbero stati informati dell’avanzamento dei cantieri.

I partecipanti all’azione si sono dichiarati soddisfatti del fatto che la minaccia di una massiccia protesta abbia obbligato le autorità ad avviare un dialogo con gli abitanti. Uno dei manifestanti testimonia sul proprio blog: «Questa riunione ha dimostrato che le autorità avevano paura delle azioni di protesta, tanto più che valgono loro lo scontento del potere federale. Non bisogna, quindi, aver paura; non si otterrà nulla se non si fa nulla. Noi, il popolo, non dobbiamo essere un branco che obbedisce ai burocrati, dobbiamo organizzarci e far sentire la nostra voce! Siamo i cittadini del nostro Stato!»

www.ikd.ru


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Carlotta Martini, Tatiana Dutto