Emek é nostro/ Istambul é nostra: rivendicando il cinema Emek
Il 17 Aprile, a centinaia si sono riuniti per far risuonare la loro resistenza contro il progetto di rinnovamento del cinema Emek, uno dei piú importati edifici storici di Istanbul. Secondo il progetto della municipalitá locale (Beyoglu) e la municipalitá centrale di Istanbul, l´edificio che ospita non solo Emek ma anche un piccolo cinema e una pasticceria tradizionale verrá trasformato in un museo del genere Madame Tussaud e in un centro commerciale.
Costruito dal famoso architetto Alexandre Vallaury nel 1884 e utilizzato per un diverso numero di scopi (Club di caccia, Palestra di atletica, Circo, palazzetto del pattinaggio) fino al 1924, l´edificio Emek é stato poi aperto come cinema. Prima chiamato „Melek“ (angelo in turco) grazie alle sue belle figure di angeli di arte nouveau, in seguito l´edificio é stato comprato dall´istituzione statale del fondo pensioni nel 1957,e rinominato Emek.
Con la sua singolare architettura, la sua ampia capace di contenere 875 posti e il suo facile, il cinema é divenuto da allora uno dei piú importanti luoghi culturali di Instanbul. Nel 2000 Emek é stato ristrutturato mentre il suo impianto acustico é stato cambiato in Dolby Digital, permettendogli di competere con i piú moderni cinema di Istanbul.
In quanto immutabile luogo di Istanbul per i festival del cinema e i festival indipendenti, edificio che rivela la storia della cittá, spazio della memoria collettiva, servizio culturale per tutte le classi sociali, specialmente per gli studenti, il significato di Emek sfugge a ogni transazione commerciale. Sfortunatamente, il cinema é stato chiuso per piú di due anni, aspettando la sua demolizione. Situato al centro di Beyoglu,in un lotto molto prezioso, l´edificio é pianificato per essere trasformato in un centro commerciale simile a quello dall´altra parte della strada.
Contro il progetto del rinnovamento della municipalitá, attivisti, star del cinema, artisti, rappresentanti dei media, accademici e cittadini hanno iniziato a protestare per rivendicare Emek. Il 17 Aprile la resistenza é iniziata con una manifestazione a cui hanno partecipato in centinaia. Sulla strada verso Emek,la folla ha occupato per un´ora l´edificio vicino gentrificato recentemente, che é stato anche trasformato in un centro commerciale (Demiroren), gridando slogan „Emek é nostro/Istanbul é nostra“ e ancora „fuori da Emek/demolire Demirören“ (il centro occupato). Poi la folla si è mossa verso la strada di Emek dove Ekümenopolis , il documentario sulle trasformazioni urbane di Istanbul, é stato proiettato: http://emeksinemasi.blogspot.com/ (vai fino al 17 Aprile per vedere il video)
Il secondo evento si è svolto la sera dopo le dimostrazioni del primo Maggio. Da quel momento, continuano ogni domenica a partire dalle 5 del pomeriggio, attivitá e tattiche creative diriappropriazione della strada Emek. La strada ha ospitato il film festival femminista l´8, dibattiti-café/té il 15 e 2 importanti relatori sulle trasformazioni urbane il 22. Ci saranno sicuramente altri eventi domenica prossima; il concentramento si ingrandisce coinvolgendo i passanti.
Emek, essendo un edificio molto prezioso per quello che rappresenta, per la sua valenza storica e il suo unico posto nella memoria collettiva della cittá, é divenuto oggi simbolo della resistenza contro l´inumanitá, l´ingiustizia, e le violazioni da parte di tutte le politiche d rinnovamento e trasformazione urbane. Mentre rivendichiamo Emek come nostro, rivendichiamo „Istanbul é nostra“ e il diritto alla cittá.
Riferimenti geografici
I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono: