Tunisi, la città Berbera ribelle con aroma di gelsomino, ambra e rose
Iniziano le attività del FSM con una marcia moltitudinaria.
Migliaia di dimostranti anticapitalisti hanno manifestato la loro solidarietà con il processo rivoluzionario iniziato a Tunisi con una grande marcia per la "dignità" che il 26 marzo ha percorso il centro della capitale tunisina dando inizio al Foro Sociale Mondiale (FSM).
Attivisti sociali, partiti di sinistra, sindacati, femministe ed ecologisti arrivati da varie parti del mondo, specialmente dal Nord Africa, si sono uniti in una moltitudinaria, colorata ed inedita marcia in difesa della “democrazia, lavoro, libertà e dignità” dei popoli.
Per la prima volta dalla caduta dell’ex presidente Zine el Abidine Ben Ali e a poco più di un mese dall’assassinio del principale leader dell’opposizione, Chokri Belaid, i ribelli tunisini che si sollevarono contro la povertà e l’oppressione hanno marciato gomito a gomito con i militanti del mondo intero per ricordare le cause della loro lotta.
Nel 2010, nella città di Sidi Bouzid, culla della rivolta popolare, la primavera ribelle tunisina intonava allegramente la canzone della rivoluzione “Enti essout”, migliaia marciavano per le strade esigendo democrazia. In seguito, in tutto il paese le proteste, le riunioni, gli scioperi e lo slogan comune "Il popolo vuole la caduta del regime”, riescono a rovesciare una dittatura. Però, due anni dopo, molti cittadini con rabbia contenuta aggiungono nuovi slogan: “Ennahda, torturatrice del popolo!” e “Il popolo vuole una nuova rivoluzione!”. Ed il governo tunisino risponde reprimendo e criminalizzando la resistenza sociale. Oggi la primavera araba è stata macchiata di sangue con la morte di Chokri Belaid, leader del Fronte Popolare.
C’è da sottolineare che il 20 marzo si celebra il giorno dell’Indipendenza e, per il secondo anno consecutivo, il governo ha cancellato i festeggiamenti. Pretende che il popolo perda la sua memoria storica, tremila anni di diversità culturale. Ma il popolo si rialza coraggiosamente ed esige la restituzione dei propri diritti umani. In questo contesto, il comitato internazionale decise di convocare la realizzazione del Foro Sociale Mondiale dal 25 al 30 marzo 2013.
Nel pomeriggio del 26 marzo, iniziano le attività del FSM con una marcia moltitudinaria. La luna enorme, brillante, piena e splendida si alza orgogliosa ad est in un cielo azzurrissimo. I contingenti di giovani provenienti da più di 87 paesi marciano per il viale Bourguiba in direzione piazza 14 gennaio. Esattamente dove una torre di metallo arrugginito segna le 18:00. Ventimila bandiere rappresentano la resistenza globale di neri, popolazioni indigene, donne, studenti, ambientalisti, artisti, sindacalisti, abitanti delle città, contadini, giovani di ieri e di oggi.
Risalta la combattività delle popolazioni arabe che sono in prima linea con una enorme bandiera della Palestina, saltano, cantano, corrono, ballano, gridano all’unisono "Free, Free Palestine". Soprattutto, rivendicano le rivoluzioni sociali, esigono libertà per tutti i popoli del mondo e condannano l’imperialismo predatore che divora il nucleo della società. Inoltre, inalberano grandi foto di Che Guevara, Yasser Arafat e di Chokri Belaid, recentemente assassinato da fondamentalisti islamici.
La marcia cresce in ogni momento perché si aggregano ulteriori gruppi dal viale Habib Thumeur vestito di palme da dattero, agghindate di frutti profumati e dolci che attendono una bocca che ne approfitti. I passeri, appena atterrati sulle palme, ci accompagnano con i loro allegri canti.
Ora la marcia si ferma qualche secondo e l’Alleanza Internazionale degli Abitanti, con le sue magliette, bandiere e berretti rossi, occupa l’incrocio con un enorme striscione che invita all’unità delle lotte continentali verso la Via Urbana e Comunitaria. Prossima fermata, la Assemblea Mondiale degli Abitanti nell'ambito del FSM . I membri IAI ridono con allegria e si alzano in coro: “¡El pueblo unido, jamás será vencido!”, “¡The People United Shall Never Be Defeated!”
La marcia si conclude in un piccolo stadio con uno spettacolo musicale diretto da Gilberto Gil, compositore, cantante, rappresentante della musica e della politica sociale brasiliana.
Riferimenti geografici
I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono: