Sgomberi forzosi a Chennai (Madras) – Le demolizioni lasciano 30.000 senzatetto nel Tamil Nadu, India
Circa un milione di persone è minacciato di sfratto
PASUMAI THAAYAGAM (Green Mother Land), una ONG che ha status speciale di consulente presso il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU (ECOSOC), ha informato che una serie di demolizioni effettuate dalle autorità ha lasciato senza casa circa 30.000 persone, tra cui circa 5.000 studenti, senza casa a Chennai, Tamil Nadu, India.
Area del lago Porur
Chennai, nota in precedenza come
Madras, è la capitale dello stato
di Tamil Nadu
ed è la quarta città più grande
dell’ India
. Con una popolazione stimata 6,96 milioni (2006) di abitanti, questa città, esistente da 368 anni, è la 34ma area metropolitana
piu’ estesa al mondo. Più del 26% della popolazione vive in baraccopoli.
Porur è una cittadina che fa parte dell’hinterland di Chennai. E’ una delle aree residenziali principali dell’ area metropolitana di Chennai. Il lago Porur, che si trova a Porur, è una delle risorse acquifere primarie per i residenti di Chennai
. La baraccopoli del lago Porur è sul lago – che si trova al limite tra i distretti di Thiruvallur e Kancheepuram. Questa baraccopoli si divide in Ambedkar Nagar, West Ambedkar Nagar, Samathuva Nagar (nel distretto del Thiruvallur) Selvaganapathy Nagar ed Anna Nagar (che sono nel distretto del Kancheepuram).
Per ulteriori dettagli:
Wikipedia Articolo su Porur
.
Foto dal satellite, del lago Porur
.
La foto dal satellite, delle zone degli sfratti
, area sud del lago Porur.
Sfratti forzati
Le persone che vivevano nell’area del lago Porur sono state sfrattate con la forza senza nessun preavviso o annuncio. Tra il 23 ed il 25 novembre 2006 la polizia è arrivata in forze con le ruspe ed i bulldozer per demolire ogni insediamento. Tale avvenimento è stato uno shock, proprio mentre gli ufficiali del governo avevano garantito le opere di urbanizzazione necessarie, e l’area era stata dotata di rete elettrica, un ufficio postale distaccato ed uffici pubblici telefonici.
Le persone non hanno avuto il tempo di portare con sè le proprie cose, perdendo così molti dei beni che avevano accumulato negli anni. Alcune persone non hanno nemmeno potuto recuperare i documenti dei loro bambini. Una bambina di tre anni è caduta in acqua ed è annegata. Due persone sono morte per attacco cardiaco.
Antefatto
Da più di quindici anni queste famiglie si erano insediate attorno al lago. Secondo la legge erano insediamenti abusivi illegali. Questi cosiddetti insediamenti abusivi sono iniziati in modo uniforme. Prima di tutto, di solito gli accaparratori di terra in connivenza con i partiti politici hanno incoraggiato le persone senza terra a “prenotare” i terreni di loro scelta a seguito di un pagamento nominale. Quando si sono trovati un numero sufficiente di “prenotazioni” è iniziata la costruzione di baracche con il benestare degli ufficiali inferiori del dipartimento delle finanze.
I necessari “nulla osta” sono ottenuti per richiedere gli interventi di urbanizzazione necessari. Gli enti locali approvano la formazione di nuove aree residenziali, pur conoscendo bene le violazioni. Gli ufficiali delle finanze consegnano il foglio “B”, che è solo una ricevuta per la somma pagata dagli insedianti come multa per occupazione illegale di terreno demaniale. Utilizzando l’ignoranza della popolazione, gli accaparratori di terra convincono le persone che questi fogli sono certificati di proprietà della terra.
Secondo la legge, le baraccopoli del lago Porur sono insediamenti illegali. Il governo dello stato ha imposto un bando totale su ogni forma di costruzione presso tutte le risorse acquifere nel 2002.
Non c’è un ordine specifico del tribunale contro la baraccopoli del lago Porur, ma molte sentenze confermano gli sfratti. Il governo semplicemente afferma che il tribunale ha ordinato la rimozione degli insediamenti illegali in tutto lo stato. La demolizione è iniziata dopo che la Corte Suprema ha appoggiato l’ordine dell’Alta Corte di Madras di distruggere 32.000 costruzioni illegali e non autorizzate nella città.
Nessuna rilocazione
Le persone sono all’addiaccio, con i pochi beni che sono riusciti a salvare dalle demolizioni. Le donne ed i bambini siedono sotto il sole rovente senza possibilità di abitazioni alternative. Le autorità non avevano un piano di nuove abitazioni prima di iniziare le demolizioni. Poiché il governo non aveva un piano di rilocazione concordato con gli abitanti, le persone sono in una situazione di estrema sofferenza. I bambini in età scolare non sono in grado di frequentare le scuole.
Il governo ha assicurato che dopo gli sfratti le famiglie avrebbero avuto 2000 rupie (45 dollari a famiglia) ed un pezzo di terra fuori della città. Le autorità hanno mostrato alcune località che si trovano a più di 20 km dai luoghi degli sfratti. Poiché molte persone lavorano in zone limitrofe e molti di loro dipendono dalla città, non vogliono andare nelle nuove aree. Perciò molte persone hanno venduto tutti i beni che rimanevano loro per poter sopravvivere.
Violazioni delle leggi sui Diritti Umani Nazionali ed Internazionali
Le demolizioni nell’area intorno al lago Porur sono una manifesta violazione del diritto umano ad un’abitazione adeguata. Questi sfratti forzati senza rilocazione adeguata e concordata violano il diritto fondamentale a una vita dignitosa delle persone colpite , così com'è invece stabilito dall’Articolo 21 della Costituzione Indiana. Riaffermando il principio di indivisibilità dei Diritti Umani, il diritto fondamentale alla vita include il diritto di vivere con dignità umana. Inoltre, l’articolo 14 della Costituzione dell’India garantisce uguale protezione per tutti secondo la legge.
Le demolizioni contraddicono anche Il Programma Minimo Comune (CMP) dell’Alleanza Unita Progressista (UPA) del governo, proposto nel maggio 2004. Il CMP stabilisce specificamente: “Gli sfratti forzati e le demolizioni delle baraccopoli saranno interrotti e, mentre si effettueranno rinnovamenti urbani, si farà in modo che i poveri urbani e di periferia abbiano un’abitazione vicina al proprio luogo di attività.”.
Oltre a contraddire il CMP del governo nazionale, le azioni contro la popolazione del lago Porur sono una violazione dei loro diritti umani di base alla vita, alla sicurezza, alla salute, al lavoro ed ad un’abitazione adeguata; in particolare il diritto di tutte le donne, uomini e bambini di ottenere e mantenere un luogo sicuro in cui vivere in pace e dignità. Le autorità hanno violato in particolare il diritto delle persone alla sicurezza abitativa ed alla libertà dagli sfratti forzati, all’accesso ed al beneficio dei beni e servizi pubblici, all’informazione, alla capacità ed allo sviluppo, alla partecipazione e all’auto-espressione, alla rilocazione concordata in nuove abitazioni ed all’adeguata compensazione per le violazioni e le perdite, alla sicurezza fisica ed alla privacy. Tutti questi sono elementi del diritto umano ad un’abitazione adeguata riconosciuto dalle leggi internazionali.
Con questi sfratti, le autorità Indiane, incluso quelle locali, hanno violato i loro obblighi definiti dai trattati, inter alia, gli Articoli 2, 11, 12, 13 e 15 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (PIDESC), firmato dall’India nel 1979. Lo stato ha violato i propri obblighi stabiliti dal Comitato ONU sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, precisati dai Commenti Generali N.. 4 sul diritto ad un’abitazione adeguata e N.. 7 sugli sfratti forzati. Lo stato dell’India ha anche violato i propri obblighi, stabiliti dagli Articoli 16, 27 e 39 della Convenzione per i Diritti del Bambino (CRC), firmata l’11 Dicembre 1992, nonostante le Osservazioni conclusive sull’India adottate dal Comitato per i Diritti del Bambino alla sua 35ma sessione il 26 febbraio 2004: "il Comitato inoltre raccomanda che lo Stato parte prevenga ogni caso di trasferimenti forzati e altri tipi di spostamenti contrari alla volontà della popolazione.”
L’Articolo 14 della Convenzione sull’Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione contro le donne (CEDaW), ratificata dall’India il 9 Luglio 1993.
Gli sfratti sono inoltre un’evidente violazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG), in particolare il n. 7-11 che stabilisce l'obbligo dei governi di migliorare sensibilmente le condizioni di vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli, entro il 2020, e dei Nuovi Principi e Linee Guida di Base per gli Sfratti e le Rilocazioni di persone redatti dal Relatore Speciale dell’ONU per un’Abitazione Adeguata, facente parte della Commissione ONU per i Diritti Umani.
Un milione di sfratti stanno per scoppiare
Il 2 dicembre 2006 il governo del Tamil Nadu ha formato dei gruppi di lavoro a livello di stato e distretti per iniziare una rapida azione di rimozione degli insediamenti illegali sul terreno demaniale. Di conseguenza, circa un milione di persone è minacciato dagli sfratti, che stanno per scoppiare in tutto lo stato del Tamil Nadu.
Un’azione urgente di solidarietà è necessaria:
Per questi motivi Pasumai Thaayagam (Green Mother Land), il Centro per l’occupazione sociale e la ricerca (CSWR), insieme all’Alleanza Internazionale degli Abitanti, lanciano la “Campagna per il diritto alla Casa e Sfratti Zero' nel Tamil Nadu, India.
>>>Vi chiediamo di manifestare subito la vostra solidarietà firmando adesso l’Appello rivolto alle autorità dell’India per spingerle a rispettare le proprie obbligazioni verso le leggi Nazionali ed Internazionali per proteggere, promuovere e soddisfare il diritto umano ad un’abitazione adeguata.
Inoltre, richiediamo con forza alle Nazioni Unite, in particolare all’UN-Habitat, ai governi dei paesi G8 ed agli stati creditori dell’India di prendere provvedimenti immediati.
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l’Appello!