Croazia: Reintegrare il diritto degli inquilini alla sicurezza abitativa!
L'Alleanza delle Associazioni degli Inquilini della Croazia promuove la Campagna Sfratti Zero in Croazia, Restituire il diritto alla sicurezza abitativa degli inquilini , assieme all'International Alliance of Inhabitants e a decine di organizzazioni sociali, sindacali, politiche e personalità.
Dalla sicurezza abitativa nella ex Yugoslavia all'incubo sfratto nella Croazia odierna
Che cosa significava nell’ex Jugoslavia poter vantare un diritto alla sicurezza abitativa? Significava essere detentori di un diritto di uso a vita e senza limiti di un appartamento, così come quello di prender parte alla sua gestione ed amministrazione. L’unica cosa che l’inquilino non poteva fare era vendere l'alloggio.
In termini di proprietà, l’occupante possedeva nove decimi dell’appartamento, mentre il proprietario nominale ne possedeva un decimo. E che, per entrambi, si trattasse proprio della categoria di proprietà, lo ha reso noto la decisione dalla Corte Costituzionale della Bosnia Erzegovina, che, sotto la giurisdizione dell’Unione Europea, ha sancito l’equiparazione fra il diritto di proprietà dell'inquilino e quella nominale.
Nel 1996 il Parlamento croato ha approvato la legge sugli affitti che privava gli occupanti di immobili, nella fattispecie degli appartamenti privati, a proprietà nominale, del diritto di beneficiarne a vita, diritto questo a carattere ereditario e in vigore dal 1945.
Secondo questa legge, nell’eventualità che i proprietari nominali volessero trasferirsi nell’appartamento concesso in affitto, avrebbero dovuto provvedere ad una sistemazione alternativa per la famiglia occupante l’appartamento stesso
Nel 1998 la Corte Costituzionale della Repubblica Croata non solo approvò questa legge, ma cancellò anche questo obbligo. In tal modo le famiglie si trovarono sotto sfratto, letteralmente per strada senza sistemazione alternativa e senza indennizzo, neanche per gli investimenti fatti sull’appartamento che avevano considerato casa loro per tutta la vita.
In altre parole, la legge sugli affitti ha abolito il diritto degli inquilini alla proprietà effettiva degli appartamenti, trasformandola in proprietà privata nominale, introducendo le categorie piuttosto vaghe di locatario e concedente. Con questa legge lo Stato riconosceva il 10% della proprietà nominale senza aver alcun riguardo per il 90% in possesso degli inquilini. Lo Stato procedeva ad una nazionalizzazione della proprietà degli inquilini, attuando così un vero e proprio atto di rapina nei loro confronti.
Questa legge sugli affitti ha dunque messo in pericolo il diritto umano fondamentale alla protezione della casa e della famiglia degli inquilini che, adesso, corrono un grave rischio di essere sfrattati.
Stiamo parlando di oltre 40.000 persone, i cui sfratti stanno aumentando progressivamente Donne e uomini anziani vengono mandati nelle case di riposo e il loro mantenimento viene pagato non dallo Stato ma dalla loro pensione.
Allo stesso tempo, gli affitti degli inquilini di appartamenti privati sono aumentati del 60% dal 1 Novembre 2005, mentre la cosa non riguarda chi invece abita nell'edilizia sociale. Si tratta di una evidente ingiustizia.
Poiché questi appartamenti sono occupati principalmente da famiglie povere e da anziani ciò significa che i nuovi affitti sono al di sopra delle loro possibilità economiche.
Perciò, in caso di mancato pagamento, andrebbero sotto sfratto.
La legge sugli affitti: violati i diritti umani in nome della rendita parassitaria
Un altro aspetto del tutto iniquo della Legge sugli affitti (persino George Orwell lo avrebbe a fatica immaginato) è dato dal fatto che le coppie devono chiedere il permesso al proprietario nel caso vogliano avere un figlio, o per vivere- in caso di vedovanza e nuovo matrimonio- con il/la nuovo/a compagna nello stesso appartamento. Il proprietario può anche arrogarsi l’arbitrio di non concedere questo permesso.
Nel caso, però, che entrambe le cose accadano senza tale permesso, (a parte i casi in cui si decide di abortire), scatta lo sfratto. Neppure ai figli degli inquilini è concesso di sposarsi andando a vivere con il partner nello stesso appartamento. Inoltre, queste famiglie subiscono un'ulteriore discriminazioni perché, a differenza di molte migliaia di altre non hanno neppure il diritto di acquistare al 10% del valore di mercato la casa in cui vivono, questo per il fatto che il diritto degli inquilini /proprietari è tale se si occupa l’appartamento da almeno 50 anni.
Oltre a ciò, sono frequenti le irruzioni a sorpresa della polizia senza mandato del tribunale: tutto questo deve cessare!
Dopo una guerra sanguinosa e fratricida nel cuore dell'Europa, ora sembra in atto un'altra guerra, selettiva e drammatica, che colpisce decine di migliaia di persone, colpevoli soltanto per il loro status di inquilini.
Infatti, mentre il blocco dei fitti e degli sfratti è rimasto in vigore in tutti i paesi ex belligeranti per decenni dal termine della seconda Guerra mondiale, la Croazia che aspira a far parte dell'Unione Europea, non ha perso tempo nel dare via libera agli sgomberi.
Questo è inaccettabile!
Non si era mai visto un accanimento così egoistico dei vincitori, frettolosi di far incassare in moneta sonante alla rendita parassitaria la rottura della ex Yugoslavia.
Costituito un fronte comune per restituire il diritto alla sicurezza abitativa
Perciò l'Alleanza delle Associazioni degli Inquilini della Croazia (Alliance of Tenants’ Associations of Croatia) promuove la Campagna Sfratti Zero in Croazia, Restituire il diritto alla sicurezza abitativa degli inquilini (Zero Eviction in Croatia, Restoring the Tenancy Right to Security of Tenure), assieme all'International Alliance of Inhabitants e a decine di organizzazioni sociali, sindacali, politiche e personalità.
L'Appello chiede alle controparti statali di attivarsi immediatamente, ciascuno per le proprie competenze, per bloccare gli sfratti e cancellare la normativa in contrasto con i trattati internazionali ratificati dalla Croazia.
Tale pressante invito è rivolto non soltanto alle autorità statali, ma anche a quelle locali. Infatti, in attesa del cambiamento della normativa nazionale, la Campagna chiede alle autorità locali di fare qualcosa subito: dichiarare i propri territori “liberi dagli sfratti”, anche con ordinanze di requisizione, così come è già avvenuto in molte città francesi e nella stessa città di Roma (vedi Dichiarazione ocngiunta).
Infine, non da ultimo, la Campagna coinvolge anche le istituzioni internazionali, chiedendo innanzitutto all'Unione Europea e al Consiglio d'Europa un intervento istituzionale per richiamare la Croazia al rispetto delle obbligazioni legali internazionali assunte in materia di rispetto dei diritti. Parallelamente, invita UN-Habitat a inviare una missione di UN-AGFE, incaricata di incontrare le istituzioni e le organizzazioni sociali per raccogliere testimonianze sulle violazioni del diritto alla casa e sostenere la modifica della normativa.
Cosa possiamo fare? Moltissimo, come è dimostrato dalle altre Campagne Sfratti Zero
. Queste funzionano perché si stabilisce un legame di solidarietà tra la mobilitazione locale e le decine di migliaia di persone che sostengono concretamente la battaglia, anche con una semplice firma.
Perciò è indispensabile la solidarietà internazionale.
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Vedi il video History of an ordinary eviction in Zagabria, the Bukal Family.
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il messaggio della Presidenza della Repubblica di Croazia all’Alleanza delle Associazioni degli Inquilini della Croazia.