Sfratti Zero Ruote Rosse nel Regno Unito
Attualmente Dale Farm è la più grande comunità di nomadi della Gran Bretagna.
La continua minaccia di sfratto è causa di forte stress per tutte le famiglie di Dale Farm e per quelle delle comunità minori di nomadi di Five Acre Farm e Hoverfields Avenue. Il numero totale di persone coinvolte supera il migliaio.
DALE FARM: UN CASO DI PULIZIA ETNICA IN GRAN BRETAGNA
di Grattan Puxon, Ex segretario generale del Congresso Mondiale dei Rom
350.000 Zingari, Viaggianti e Rom: 500 anni di storia in Gran Bretagna
Una donna incinta, Kathy Buckland, era lì mentre la sua casa-mobile veniva trascinata via dalla sua terra e veniva bruciata vicino alla strada; il 71enne William Patrick Egan vide gli ufficiali giudiziari dare fuoco alla sua baracca, distruggendo tutti i suoi averi, mentre sua moglie Ann, che quel giorno era in attesa di entrare in ospedale, sedeva impotente su una sedia a rotelle.
Migliaia di persone in Gran Bretagna subiscono questo trattamento: sfrattate con la forza dalle loro stesse proprietà e costrette ad arrangiarsi, alla stregua di occupanti “illegali” di parcheggi e di aree di sosta. Perché?
Perché esse appartengono a una minoranza, stabilitasi in Inghilterra da 500 anni, che ha sempre subito atti di intolleranza, pregiudizi e discriminazione razziale della maggior parte della popolazione; i Rom, o Zingari, e i nomadi, che nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà incontrate restano attaccati alle loro tradizioni, lingue e modi itineranti.
Su 350.000 Zingari, nomadi e Rom recentemente arrivati, si stima che ne siano in arrivo altri 60.000 in un’unica ondata. Secondo l’ultimo censimento governativo sono 3.000 le famiglie che non hanno un posto legale in cui vivere.
Impiccati nel 16° secolo, sfrattati nel 21° secolo
Nel 16° secolo si poteva essere impiccati perché Zingari. Oggi, anche se ci si trova sulla propria terra, si rischia che la propria casa venga abbattuta dai bulldozer. Da quarant’anni, da quando è stato fondato nel 1966 l’Original Gypsy Council, e cinque anni dopo il primo Congresso mondiale dei Rom tenutosi a Londra nel 1971, portiamo avanti una campagna finalizzata al raggiungimento di migliori condizioni. Sebbene io non sia nato nomade, ho fatto parte di questa campagna in qualità di segretario del Gypsy Council, organizzatore e segretario generale dell’ultimo Congresso. Negli anni ’60, la campagna ha avuto inizio con la resistenza, oggi leggendaria, dei 400 nomadi di Cherry Orchard, Irlanda, a cui presi parte mentre disertavo il servizio militare nella British Army (sono contrario alla guerra in base al principio secondo cui essa non risolve alcunché). Dopo aver vissuto per due anni in un campo senz’acqua, elettricità e servizi igienici, riuscimmo a vincere la campagna per il primo campo roulotte di proprietà del comune a Labre Park. E attualmente, con i nipoti di alcune di quelle famiglie nomadi, mi trovo ancora una volta al loro fianco nella resistenza agli sfratti da Dale Farm.
Ma allora, che cosa è successo in 40 anni? E perché abbiamo organizzato quest’ultima resistenza a Dale Farm, in nome di tutti i Viaggianti e di tutti i Rom?
Negli anni ’60 e ’70, i nomadi avevano la sola possibilità di occupare terreni comunali, o demaniali, parcheggiare le roulotte su pericolosi margini stradali, o spingersi nei terreni agricoli. Eravamo costretti a spostarci ogni settimana, talvolta anche più spesso. Una volta la polizia mi costrinse ad andarmene quattro volte in dieci giorni.
Attraverso una dura campagna di resistenza popolare agli sfratti, il Consiglio dei Rom riuscì a ottenere l’approvazione del Caravan Sites Act del 1968. Alla fine, tale atto portò alla messa a disposizione, da parte delle municipalità locali, di circa 400 campi roulotte. Non era ancora sufficiente ma – a quel tempo – rappresentava un consistente progresso.
Comunque sia, i tempi sono cambiati. A molti nomadi non piacciono le restrizioni imposte dalla vita nei campi comunali. È difficile, se non impossibile, seguire le proprie attività, quali la pavimentazione delle strade private, il commercio dei mobili, la potatura degli alberi, la raccolta dei rottami metallici. Molti campi di proprietà del comune sono mal gestiti. E di questi, un numero sempre maggiore viene chiuso. E per finire, il Criminal Justice Act del 1994 ha dato un duro colpo al modo di vivere dei nomadi. Tale atto non solo ha revocato il Caravan Sites Act, ma ha anche attribuito alle forze di polizia e alle autorità locali il potere di rilocare e sfrattare i Viaggianti.
Ironicamente, lo Stato ha consigliato ai nomadi di acquistare la loro stessa terra e di impiantarvi i loro stessi campi roulotte. Molti l’hanno fatto.
Ma è impossibile ottenere una concessione edilizia per abitare in una roulotte, o in una casa mobile, sul proprio terreno. Agli Zingari i comuni britannici rifiutano le concessioni nove volte su dieci.
La legislazione sullo sviluppo, nata con l’intento di aiutare coloro che richiedono le autorizzazioni, tra cui gli Zingari, in effetti li vessa solamente. Prese dalla disperazione, le famiglie sono costrette a sfidare la legge e a spostarsi sul terreno che hanno acquistato prima di ottenerne l’autorizzazione.
Gli sfratti sono diventati più brutali da quando la compagnia privata di sicurezza Constant
ha assunto maggiore importanza. Con tale attività ilsignor Constant ha incassato milioni di euro rilocando intere famiglie e portando a termine un’enorme quantità di sfratti dalle terre di proprietà degli Zingari. Lo stesso Cliff Codona, ora delegato del Forum Europeo di Rom e Viaggianti, ha visto abbattere lo scorso anno il suo centro di cultura Rom ‘Woodside’ nel Bedfordshire. Cinquanta famiglie sono state lasciate sulla strada, interrompendo e compromettendo l’istruzione dei loro bambini. Lui sta ancora combattendo per la sua causa in tribunale.
Peggiore di questo, per il suo orrore distruttivo, è stato lo sfratto di 20 famiglie dal loro stesso campo roulotte di Meadowlands
, attuato nel gennaio del 2004 da Constant per il Comune di Chelmsford Borough. Durante lo sgombero, diretto dal reparto antisommossa della polizia, fu incendiata la casa mobile di Kathy Buckland e un’altra roulotte sotto gli occhi terrorizzati dei bambini.
Lo scorso 6 gennaio il campo di Twin Oaks, appartenente al clan degli Sheridan, è stato testimone di uno sfratto, per mano della polizia, iniziato alle 4 del mattino. Donne e bambini sono stati forzati a scendere dalle loro roulotte e stare al buio e al freddo.
Ancora una volta le baracche sono state bruciate, compresa quella di William Egan, e molte case distrutte senza alcuna necessità. La polizia ha scortato le famiglie mandate via dal campo di Twin Oaks, dall’Hertfordshire fin oltre il confine con l’Essex. Molti degli sfrattati hanno quindi trovato rifugio a Dale Farm, nel distretto di Basildon.
Dale Farm: la più grande comunità di nomadi della Gran Bretagna
Attualmente Dale Farm è la più grande comunità di nomadi della Gran Bretagna. Le sue origini risalgono agli anni ’70, anni in cui il Consiglio del Distretto di Basildon
, governato da un’amministrazione laburista, diede la concessione edilizia a una quarantina di famiglie. Con la messa in atto di sfratti come quelli di Twin Oaks e Meadowlands, a Dale Farm cominciarono ad arrivare sempre più “rifugiati interni”. A quel punto però, Basildon era governato da un’amministrazione conservatrice con a capo Malcom Buckley.
Questi, insieme al parlamentare conservatore John Baron, intraprese un’accesa campagna anti-Zingari
. Parte della sua “tesi” è che Basildon ha già “dato” per molte famiglie di nomadi. Peccato che questo consista solo nell’aver accordato concessioni edilizie per ll'iniziativa privata.
Noi chiediamo: quale altro gruppo etnico è limitato o “razionato” in riferimento al numero di persone che possono vivere nel distretto?
Il recente ampliamento di Dale Farm è stato effettuato essenzialmente sul terreno precedentemente occupato da un deposito di rottami avente regolare licenza. In quel luogo, sono state rimosse le centinaia di vecchie carcasse di automobili che vi erano ammucchiate, e sostituite da prati ben curati con muretti e cancelli ornamentali, con bungalow e case mobili ben ordinate e con nuove roulotte. Gli Sheridan hanno fondato qui una comunità di auto-sostegno seguendo un modo di vivere tradizionale basato sulla famiglia allargata. Quando sono tra loro, parlano il gammon, che si pensa abbia tracce linguistiche pre-celtiche, e l’inglese.
Di fede cattolica e recentemente legato con la piccola parrocchia cattolica locale e con il suo prete, il clan ha celebrato di recente diversi battesimi e matrimoni. Purtroppo, si sono verificati anche numerosi decessi, compreso quello di una coppia causato da un incendio di una roulotte. I resti furono spostati per essere sepolti a County Limerick, Irlanda, la dimora avita degli Sheridan.
Quarant’anni fa la loro attività principale era il commercio di mobili vecchi, continuata ancora oggi da alcuni di loro. Oggi molti di loro vendono arredamenti nuovi, spingendosi fino in Spagna, Scandinavia, Germania, Francia e persino in Islanda per trovare nuovi clienti. Ad ogni modo, l’insediamento di Dale Farm, che assomiglia a un paese o a un comune a se stante, comprende un’alta percentuale di persone anziane e ammalate che non sono più in grado di affrontare le difficoltà dei viaggi. Sono circa 150 i bambini che frequentano le scuole locali, godendo per la prima volta di un’istruzione ininterrotta.
5 milioni di Euro per abbattere Dale Farm nonostante l’opposizione della Commissione per l’Uguaglianza Razziale inglese
La risposta alla comunità di Dale Farm è stata inesorabilmente negativa e discriminatoria. Durante le ultime elezioni generali britanniche, l’allora leader conservatore Michael Howard, appostatosi lungo il perimetro di Dale Farm, disse alla telecamera che “gli accampamenti irregolari devono essere eliminati.”
Il parlamentare locale, John Baron (Partito Conservatore) invece di ascoltare i problemi dei suoi nuovi elettori, sta portando avanti una campagna anti-Rom, affermando che “devono rispettare la legge”. Ma ogni tentativo di legalizzare la situazione è stato contrastato. Il comune di Basildon ha respinto centinaia di richieste di concessione edilizia ed emette innumerevoli notifiche di esecuzione.
Di recente, il Vice Primo Ministro John Prescott ha dato una mano a Dale Farm concedendo ai suoi abitanti due anni di permanenza “temporanea", scaduta a maggio 2005. A giugno dello scorso anno, il Comitato di Controllo allo Sviluppo
del comune ha suggerito la spesa di una massimo di 3 milioni di sterline (circa cinque milioni di euro) per abbattere Dale Farm e “restituirla alla campagna”.
Questo suggerimento è stato approvato dal consiglio comunale, con una maggioranza ottenuta per soli quattro voti.
Sia i membri del Partito laburista che quelli del partito liberale sono contrari allo sfratto forzato. Il leader laburista di Basildon Nigel Smith sostiene che non si dovrebbe ricorrere alla forza e che il dispendio di così tanto denaro al fine di “ripristinare” una piccola area verde è sproporzionato. Egli afferma che la decisione “potrebbe macchiarsi di razzismo”.
Intanto la Commissione per l'Uguaglianza Razziale ha appoggiato le famiglie di Dale Farm in una richiesta di revisione giudiziaria della decisione del consiglio di Basildon (che sarà sentita il 14 marzo). E si attende di ascoltare recenti appelli alle concessioni edilizie a partire dal 21 febbraio.
Il Consiglio conservatore di Basildon progetta di sfrattare oltre mille persone
La continua minaccia di sfratto è causa di forte stress per tutte le famiglie di Dale Farm e per quelle delle comunità minori di nomadi di Five Acre Farm e Hoverfields Avenue. Il numero totale di persone coinvolte supera il migliaio. Si tratta di un caso di pulizia etnica? Come tale è percepito dalle vittime, tra cui vi sono nove donne incinte.
Se lo sfratto venisse attuato, chiuderebbe i battenti un’intera scuola, la scuola elementare di Crays Hill in cui tutti i bambini, tranne uno, vengono da Dale Farm. Tutti, gli anziani e i malati, i giovani e gli svantaggiati, verrebbero gettati in mezzo alla strada senza avere un posto legale in cui vivere. Andrebbero a finire in roulotte parcheggiate nel parcheggio di un supermercato o sul ciglio di una strada pericolosa.
Le unità sanitarie di base di Brentwood, Billericay e Wickford hanno emesso un comunicato nel quale avvertono che lo sfratto porterà alla violenza e che donne e bambini saranno fisicamente danneggiati. Inoltre, i bambini che assisteranno a tali violenze, tra cui l’abbattimento delle loro case, subiranno dei danni psicologici.
Questo avvertimento è stato preso in considerazione ma respinto dalla municipalità di Basildon a favore della “salvaguardia” di pochi acri di quella che è definita la zona verde.
Il governo britannico è intervenuto nuovamente con una proposta del Vice Primo Ministro John Prescott: dare a tutte le famiglie un terreno alternativo presso Pitsea, un paese situato sul lato opposto di Basildon.
La reazione del parlamentare John Baron è stata quella di raccogliere 5.000 firme attraverso una petizione contro questa proposta, nonostante le terre di Pitsea rientrino nell’area “brownfield” (N.d.T.: zona industriale urbana destinata a essere riqualificata) riservata all’industria e non nell’”area verde”.
Solidarietà internazionale: vogliamo che Dale Farm sia lasciata in pace
Comunque sia, va detto che le famiglie di Dale Farm, che hanno investito così tanto nella creazione di una comunità in tale località, non vogliono che la loro sede venga divisa in due. Infatti, adesso metà Dale Farm è “legale” e l’altra metà è considerata "illegale”.
La loro speranza è che il signor Prescott possa convincersi in fase di appello, con il sostegno di una petizione internazionale dello IAI, a concedere una concessione edilizia permanente e a risparmiare a Dale Farm l’abbattimento.
In poche parole, vogliamo che Dale Farm sia lasciata in pace.
E stiamo opponendo resistenza nella speranza di mettere fine agli sfratti della nostra gente in tutta la Gran Bretagna e nel resto del mondo. Vogliamo che la pulizia etnica venga fermata. Aiutateci per favore.
Per maggiori informazioni su Dale Farm, nomadi della Gran Bretagna, e approfondimenti sui Rom in Europa:
www.travellersupport.org.uk
www.paveepoint.ie
www.romnews.com
www.dzeno.cz
Clicca qui per vedere il video.
Per conoscere le Osservazioni dei Comitati delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti in Gran Bretagna
Cosa possiamo fare? Moltissimo, come è dimostrato dalle altre Campagne Sfratti Zero . Queste funzionano perché si stabilisce un legame di solidarietà tra la mobilitazione locale e le decine di migliaia di persone che sostengono concretamente la battaglia, anche con una semplice firma.
Perciò è indispensabile la solidarietà internazionale.
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